La Royal Commission del Canada
(continuazione)
Potremmo quindi scoprire che l’infermità mentale, quale sistema di difesa, dovrebbe essere proibita, ma che allo stesso tempo tutta la criminalità, definita come danno intenzionale alla società, andrebbe classificata come un’infermità mentale di maggiore o minore entità, e che i criminali, come Lei suggerisce, dovrebbero essere uniformemente detenuti per un trattamento. E troviamo anche, mentre esaminiamo questo problema e constatiamo gli effetti disastrosi di scarcerazioni premature e indebite di detenuti nella società, che un criminale andrebbe detenuto finché non si potrebbe appurare con estrema certezza che non danneggerebbe ulteriormente la società. Quest’ultimo sferza direttamente il sistema di scarcerazione sulla parola che, nel migliore dei casi, è un sistema infelice e renderebbe le commissioni incaricate di tali scarcerazioni totalmente responsabili dell’incolumità della società contro ulteriori atti criminali da parte dei detenuti rilasciati.
In mancanza di un trattamento efficace e di metodi pratici per effettuarlo, tale approccio verrebbe considerato disumano all’estremo. Persino un giudice temprato potrebbe inorridire all’idea che l’infermità mentale non debba mai essere usata quale sistema di difesa, e all’intenzione d’incarcerare criminali a vita, se è necessario per garantire l’incolumità della società contro la loro depredazione. Queste sono delle misure molto energiche.
Oggi, comunque, svariati esperimenti hanno dimostrato che il trattamento della criminalità può essere amministrato ad un costo bassissimo per lo stato. Un costo che ammonta solo a pochi spiccioli a prigioniero. Grazie al Processing di Gruppo è stato fatto moltissimo in questo campo. Il trattamento stesso viene dato per mezzo di registrazioni su nastro magnetico. Il problema non poteva essere risolto fintantoché la tecnologia richiedeva un’applicazione individuale della terapia. Ma con lo sviluppo del Processing di Gruppo, la maggioranza dei criminali potrebbe essere riabilitata e rilasciata dalle commissioni per la scarcerazione sulla parola usando la sanità mentale quale criterio di giudizio, senza danneggiare la società. Anche se questo tipo di procedimento non sarebbe efficace con tutti i criminali ai quali verrebbe dato, secondo gli attuali standard e pratiche, lo sarebbe almeno sulla maggioranza.
Per ciò che concerne la seconda parte degli scopi della Royal Commission del Canada, sono del parere che le leggi inerenti agli “psicopatici sessuali criminali” non dovrebbero essere diverse dalle leggi riguardanti altri crimini. Perché lo psicopatico sessuale, come ha riconosciuto molto tempo fa Sigmund Freud, è una persona mentalmente malata.
In entrambe le questioni, troviamo che la legge è in grado di avanzare al punto di essere favorevole ad accettare la sua responsabilità verso l’intera società. È lo scopo e la funzione della legge salvaguardare i cittadini della società contro le depredazioni o le pratiche criminali dei pochi. Qualora la legge fosse totalmente responsabile, agirebbe in favore di una completa tutela dei cittadini contro il crimine. Questo non si può ottenere attraverso la soppressione della cittadinanza in generale, perché questa è la regolamentazione dei molti al fine di controllare i pochi.
Anche senza Scientology, senza adottare le sue pratiche, la legge potrebbe essere molto più efficace nella salvaguardia della società nel suo insieme, semplicemente riclassificando la sua definizione di criminale e attenendosi fermamente alla propria definizione di malato di mente. Con Scientology, una volta che i criminali e i malati di mente sono stati segregati, e, una volta reso chiaro e distinto il suo intento, la detenzione dei criminali fino a che fossero tornati ad essere di nuovo sociali, potrebbe essere risolta sottoponendo i criminali a procedimenti di provata efficacia e rilasciando conseguentemente coloro i quali hanno avuto buoni risultati a livello di gruppo. Questa, comunque, è una visione a lungo termine ed è una presa di posizione fin troppo salda perché la magistratura l’adotti, dato che non possono che seguire i costumi delle persone a cui prestano il loro servizio. Comunque, si potrebbe già cominciare a fare passi da gigante su questa strada, dimostrando che gruppi di prigionieri detenuti in penitenziari potrebbero essere sottoposti a cambiamenti individuali attraverso una riorganizzazione delle loro idee e rilasciando conseguentemente nella società coloro che ne hanno tratto beneficio, e tracciando la loro rotta finché non fosse fermamente stabilito che fossero diventati o meno sociali. Con questo gradino e con ciò che verrebbe dimostrato, molto probabilmente ne conseguirebbe un’evoluzione della legge su vasta scala.
Vorrei ringraziarLa moltissimo per avermi scritto. Spero di ricevere da Lei ulteriori notizie in merito, perché sono vivamente interessato.
Cordiali saluti,
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L. Ron Hubbard